giovedì 3 novembre 2011

Interrogazione Parlamentare al Ministero degli Affari Esteri sulla drammatica situazione dei profughi Eritrei in Egitto


Dal resoconto della Commissione III del 2/11/2011 si allega il testo della risposta alle interrogazioni 5-05399 e 5-05527 presentate dall’On. Renato Farina (PDL) sulla drammatica situazione dei profughi eritrei in Egitto.  
Il sottosegretario Alfredo MANTICA osserva in via preliminare che la presenza di profughi eritrei in Libia rappresenta un aspetto minoritario della questione rispetto al flusso di cittadini eritrei diretti, lungo la direttrice del fiume Nilo, verso l'Alto Egitto. Sottolinea che il fenomeno, sicuramente peggiorato da quando l'Egitto è entrato nella transizione, è divenuto oggetto di controllo strutturato da parte di tribù beduine già da tempo dedite al traffico di esseri umani. Le rotte di tale traffico risultano, peraltro, coincidenti con quelle percorse dai trafficanti di armi destinate alla Striscia di Gaza. Risponde quindi nei termini riportati in allegato:
TESTO DELLA RISPOSTA Il Governo italiano è pienamente consapevole della questione dei profughi e rifugiati eritrei in Egitto, anche sulla base dei rapporti che il Ministero degli esteri, riceve periodicamente dall'Agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo. Il Governo si è ripetutamente attivato - anche al più alto livello - con le autorità egiziane, rappresentando l'attenzione e la sensibilità con cui le istituzioni italiane e l'opinione pubblica internazionale guardano alla vicenda, ed esprimendo il vivo auspicio che si possa arrivare entro tempi brevi ad una soluzione positiva.
Nonostante la crisi politica in Egitto, la nostra Ambasciata al Cairo ha continuato a seguire la questione con la massima attenzione, mantenendo contatti con le autorità egiziane, con le Organizzazioni Internazionali competenti e con le ONG più coinvolte nella vicenda, oltre che con la Delegazione dell'Unione Europea, ricordando il forte interesse italiano nei confronti della situazione degli eritrei e per chiedere aggiornamenti su eventuali sviluppi o nuove notizie sulla loro sorte.
Nei contatti intercorsi, le autorità egiziane hanno sempre evidenziato come il Governo e le forze di sicurezza siano impegnati nel contrasto dei traffici di esseri umani condotti dai beduini nel Sinai, ed in generale nella lotta ad ogni forma di sfruttamento e di abuso nei confronti della persona umana.
Le autorità del Cairo hanno inoltre confermato la presenza di Eritrei in alto Egitto (Aswan e Luxor in particolare), affermando peraltro che essi ricevono assistenza dall'UNHCR venendo in alcuni casi trasferiti in Etiopia, su base volontaria, per essere accolti nei due campi dell'Alto Commissariato.
Come noto, il Sinai, anche per le clausole di pace con Israele (che prevedono divieto di introdurre armi pesanti e blindati nella zona di frontiera), rimane una zona difficile da monitorare e particolarmente esposta ai colpi di mano delle tribù beduine più instabili e riottose, i cui traffici e azioni illecite Il Cairo cerca di contrastare da anni. La situazione di sicurezza della zona è peraltro andata peggiorando in questa delicata fase di transizione, rendendo più arduo il compito delle autorità egiziane che ritengono di essere «vittime» e non responsabili di queste incresciose vicende.
A livello UE, dopo aver sensibilizzato la Commissione sull'importanza da noi attribuita alla vicenda, abbiamo segnalato la questione alla Delegazione dell'Unione Europea al Cairo, che ha anch'essa effettuato un passo presso il Ministero degli esteri egiziano al fine di ottenere informazioni ed avviare possibili iniziative, cui da parte italiana non si mancherebbe di concorrere. Anche il Parlamento Europeo è intervenuto a più riprese sulla questione.
L'Italia ha intrapreso contatti anche con le principali organizzazioni internazionali competenti, ed in particolare con l'Alto Commissariato per i Diritti Umani (UNHCR), l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e le ONG più direttamente interessate. Da questi contatti è emerso che le autorità egiziane abbiano consentito loro di visitare i centri di Luxor ed Aswan.
In sintesi, nel quadro dell'incessante azione posta in essere per promuovere il rispetto dei diritti umani a livello globale, il Governo italiano rimane impegnato a continuare a svolgere un'azione di sensibilizzazione sul Cairo affinché si possa superare questa drammatica vicenda umanitaria e giungere alla liberazione, dei prigionieri.
La nostra azione proseguirà anche a livello comunitario per stimolare il raggiungimento di un adeguato livello di collaborazione tra l'UE e l'Egitto nel settore migratorio per assicurare la necessaria assistenza in loco ai migranti e ai richiedenti asilo.
Renato FARINA (PdL) replicando si dichiara soddisfatto dell'approfondita risposta illustrata dal sottosegretario Mantica, che conferma il quadro informativo in suo possesso. Ritiene doveroso rappresentare, oltre alla drammatica realtà del traffico di esseri umani - in cui l'Egitto, secondo il Dipartimento di Stato americano, detiene uno speciale primato - l'opportunità di verificare le notizie diffuse sulla sussistenza di connivenze tra i trafficanti e alcuni militari israeliani, finalizzate ad un terribile commercio di organi ai danni di profughi eritrei. A suo avviso, considerata la particolare gravità di tale denunce, occorre provvedere a rigorose verifiche a livello internazionale, anche al fine di scongiurare odiose manipolazioni. Per quanto riguardo la situazione presso Assuan, riferisce del coinvolgimento di alcuni esponenti delle forze di polizia egiziane nelle vessazioni contro circa trecento profughi eritrei, di cui un terzo, di fede cristiana, sarebbe stato indotto sotto tortura a formalizzare richiesta di rimpatrio.
In merito alla situazione in Libia, pur trattandosi di un approdo secondario per i profughi eritrei, osserva che si tratta di un versante che vedrebbe coinvolte più di trecento persone, di cui si sono perse completamente le tracce e che devono essere cercate con determinazione.

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