mercoledì 22 giugno 2011

COMUNICATO STAMPA Unione forense per la tutela dei diritti umani


Roma, 22 giugno 2011           
COMUNICATO STAMPA  Unione forense per la tutela dei diritti umani
L’Unione forense per la tutela dei diritti umani richiama l’attenzione sull’udienza della Grande Camera della Corte europea sul caso Hirsi e altri contro Italia tenuta il 22 giugno a Strasburgo.
Il fatto stesso che il Governo italiano sia stato chiamato a rispondere dei respingimenti di massa davanti a questa corte è certamente un segnale importante. Soprattutto considerando il gran numero di ricorsi che non vengono accettati”, dichiara l’Avv Anton Giulio Lana, difensore dei 24 migranti e componente del direttivo dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani.
I ricorrenti (11 somali e 13 eritrei), da noi rappresentati”, dichiarano gli Avv.ti Anton Giulio Lana Andrea Saccucci, “sono solo una parte delle circa 200 persone, tra cui bambini e donne incinte, intercettate il 6 maggio del 2009 dalle autorità italiane a Sud di Lampedusa. Una volta trasferiti sulle imbarcazioni italiane, sono stati riportati a Tripoli contro la loro volontà. Durante il viaggio non gli è stato detto dove sarebbero stati portati né sono state acquisite informazioni sulla loro identità o provenienza, calpestando di fatto il loro diritto d’asilo”.
Il Governo italiano non finisce mai di stupire in udienza ha avuto l’ardire di affermare che la Libia all’epoca dei fatti era un luogo sicuro nonostante le precise informazioni fornite dalle principali organizzazioni per i diritti umani! Uno schiaffo”, continua l’Avv lana, “a persone come Ermias Berhane e Tsegay Habtom che hanno trascorso gran parte degli ultimi due anni in centri di detenzione libici, sottoposti ad abusi di ogni genere. Tanto più con riferimento al primo che, scappato dai bombardamenti in Libia, è riuscito ad arrivare in Italia ed ha ottenuto proprio ieri il riconoscimento dello status di rifugiato. Per cui abbiamo un Governo che da un lato respinge collettivamente in alto mare dei migranti, mentre dall’altro riconosce formalmente che fra di loro vi sono dei rifugiati, palesando la contraddittorietà della politica dei respingimenti”.
L’importanza del caso si evince anche dalla partecipazione al processo di numerose organizzazioni non governative come Human Rights Watch, Amnesty International, laFédération internationale des ligues des droits de l’ Homme e la Human Rights Law Clinic della Columbia University di New York”continua l’Avv Saccucci“all’udienza, l’UNHCR ha confermato le condizioni deplorevoli di trattamento dei migranti respinti in Libia. Auspichiamo che la corte si pronunci al più presto sanzionando definitivamente la prassi dei respingimenti in alto mare, e rendendo  giustizia ai centinaia di rifugiati vittime di tortura in Libia”.
 “Ora dobbiamo aspettare il pronunciamento della Corte, ma siamo molto fiduciosi. Sarà un momento importante, la decisione andrà ad incidere sulla politica migratoria italiana ed europea, quindi sull’apertura o meno verso i migranti degli stessi Stati membri. Non ci si può mostrare indifferenti nei confronti di questi eventi, tantomeno di fronte al coinvolgimento della comunità internazionale. Bisogna che il Governo si assuma finalmente le responsabilità dei danni causati dalle sue politiche in materia di migrazione”, concludono gli Avv.ti Lana e Saccucci.
Link udienza:

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