martedì 22 marzo 2011

CIR: continuano purtroppo gli insensati trasferimenti a Mineo

COMUNICATO STAMPA

CIR: continuano purtroppo gli insensati trasferimenti a Mineo

Continuano i trasferimenti dei richiedenti asilo a Mineo, oggi dal CARA di Roma sono partire 29 persone. La lista arrivata ieri dal Ministero dell’Interno contava 55 persone ma, dopo la segnalazione di casi vulnerabili da parte di alcune associazioni, la lista definitiva si è ridotta a 43 richiedenti asilo. Stamane solo in 29 hanno deciso di accettare il trasferimento, gli altri non si sono presentati alla chiamata e altri casi vulnerabili sono stati ulteriormente individuati.

Il primo trasferimento dalla capitale prende il via dopo quelli iniziati nella settimana scorsa nei centri della Puglia e della Calabria e con questi condivide alcune preoccupanti caratteristiche: una decisione presa con comunicazione diretta del Ministero dell’Interno in condizioni di assoluta urgenza e senza alcuna pianificazione con le autorità locali. La Croce Rosa Italiana, ente gestore del CARA, ha saputo solo ieri nel pomeriggio del trasferimento e il Prefetto di Roma alle 18 di ieri sera non aveva avuto alcuna comunicazione ufficiale. E ricordiamo che è la Prefettura legalmente responsabile per l’accoglienza dei richiedenti asilo, i loro trasferimenti e i CARA.

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha verificato sul posto che nessuna autorità ha notificato ai richiedenti asilo alcun provvedimento scritto, una assenza che preoccupa molto e che pone questi trasferimenti al di fuori del quadro normativo in vigore. “Come possono le persone opporsi contro un trasferimento se non hanno neanche in mano un pezzo di carta che lo inquadra? In che modo possono invocare i propri diritti se neanche capiscono cosa sta succedendo?” si domanda Christopher Hein direttore del CIR. “Inoltre dobbiamo essere chiari su un punto: oggi da Roma non abbiamo assistito a trasferimenti volontari. Su tutti i richiedenti asilo pesava infatti la minaccia della revoca delle misure di accoglienza che inficia in maniera sostanziale il concetto di volontarietà.” conclude Hein.

Dobbiamo constatare però che nel trasferimento da Roma non ci sono state le gravissime violazioni della libertà individuale viste nei centri di Bari e Crotone dove le persone sono state tenute dalla sera prima del trasferimento in isolamento e sotto sorveglianza da parte delle autorità di polizia. Inoltre, sempre a differenza dei trasferimenti da questi centri, a Roma non sono stati trasferiti né casi Dublino né rifugiati riconosciuti né casi vulnerabili, almeno non quelli che sono stati segnalati dalle associazioni. E di questo il CIR vuole dare atto per quei funzionari del Ministero dell’Interno che si sono interessati per fermare questi trasferimenti. Ma chi può valutare la vulnerabilità di quei richiedenti asilo che non hanno avuto la fortuna di incontrare delle associazioni di tutela nel loro percorso?

“Stamattina parlando con i richiedenti in procinto di partire gli operatori del CIR hanno individuato una ragazza vittima di una violenza fisica e che aveva i referti medici a testimoniarlo. Lunedì avrebbe avuto un appuntamento con il suo avvocato ma, proprio a causa della sua estrema vulnerabilità, non era riuscita a raccontare la sua esperienza a nessuno degli operatori del CARA quando ieri avevano comunicato la necessità di partire in tutta fretta per Mineo. Fortunatamente il suo trasferimento è stato bloccato.” Continua Christopher Hein “Ci domandiamo quali storie siano nascoste dietro le persone in partenza”

Il CIR chiede che vengano immediatamente sospesi i trasferimenti di richiedenti asilo verso Mineo, centro di cui non si capisce la natura giuridica e che pertanto si pone assolutamente al di fuori delle attuali norme e della procedura d’asilo. “I rifugiati non sono pacchi postali: non si possono spostare persone che hanno contatti col territorio o procedure di asilo avviate. Abbiamo saputo di casi a Crotone di persone che avrebbero avuto l’audizione in Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato a distanza di due giorni e che sono dovuti partire. Che succederà della loro domanda? Quanto dovranno ancora aspettare? E quanto costerà in termini anche di risorse economiche questo inutile e dannoso trasferimento di persone?” continua Chirstopher Hein. “Per gestire gli arrivi a Lampedusa non può essere smantellato il diritto d’asilo e la procedura che lo regola. Il Governo deve dare risposte adeguate a quanti sbarcano sulle nostre coste in termini di accoglienza, non abbassare il livello di diritti di tutti. Perché non utilizzare il centro di Mineo, come la logica avrebbe voluto, ovvero come un punto di smistamento per i tunisini in arrivo a Lampedusa per decongestionare finalmente l’isola che si trova sull’orlo del collasso?”

Per Ulteriori informazioni

UFFICIO STAMPA CIR

Valeria Carlini

tel. + 39 06 69200114 int. 216

E-mail: carlini@cir-onlus.org

Sito www.cir-onlus.org

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