mercoledì 11 agosto 2010

LIBIA, PROFUGHI ERITREI: "ABBIAMO PAURA, L'ITALIA E L'EUROPA CI AIUTINO"

Esteri Il senatore dell'IDV Leoluca Orlando chiede al Governo italiano di accogliere gli oltre 200 eritrei liberati dalla Libia, dopo essere stati imprigionati nel sud del Paese. Daniel, uno dei profughi, raggiunto al telefono da CNRmedia, ha detto di trovarsi a Tripoli illegalmente e di temere un nuovo arresto. Leggi l'intervista Il senatore dell'IDV Leoluca Orlando chiede al Governo italiano di accogliere gli oltre 200 eritrei liberati dalla Libia, dopo essere stati imprigionati ad Al Braq nel sud del Paese. CNRmedia ha raccolto la testimonianza di Daniel (nome di fantasia), uno dei profughi eritrei: si trova a Tripoli illegalmente e teme di essere catturato dalla polizia. Potrebbero arrestarlo nuovamente o rispedirlo a Sheba, la cittadina dove si trovano ancora un centinaio di suoi connazionali. Dove ti trovi adesso? Adesso sono a Tripoli. Circa un centinaio di noi sono ancora a Sheba, a sud della Libia, al confine con il Ciad. Quelli che hanno un po' di soldi cercheranno di raggiungere Tripoli attraverso il deserto del Sahara. Venire a Tripoli è illegale, per questo bisogna cercare di attraversare il deserto. Com'è stare a Tripoli? In nostro permesso di soggiorno non consente di stare a Tripoli, è illegale. E' valido solo per la cittadina di Sheba, ma non per arrivare nella capitale. Quando ho cercato di prendere l'autobus per arrivare nella capitale la polizia mi ha detto così e mi ha obbligato a scendere. Chi ha un po' di soldi arriva a Tripoli attraverso il deserto. Non avrei il permesso di stare qui. Se la polizia mi trova, potrebbe arrestarmi di nuovo o rimandarmi a Sheba, non lo so. Vivo nella paura. Oggi Leoluca Orlando, un politico italiano, ha chiesto al nostro governo di intervenire per aiutarvi. Spero che l'Italia e l'Europa ci aiutino, spero che lo facciano in nome del nostro Dio. Siamo soli qui, siamo abbandonati. Non possiamo certo chiedere aiuto alla polizia libica. Non abbiamo cibo, casa o lavoro. Siamo soli. Benedetta Dalla Rovere CNRmedia - 09/08/2010

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