mercoledì 21 luglio 2010

Giallo sulla morte di un rifugiato

Il cadavere di Daniel Tewelde, 23 anni, eritreo con lo status di rifugiato, è stato trovato ieri mattina nel bosco di Cantalice (Rieti), a poche centinaia di metri dalla casa in cui abitava. Secondo quanto appreso la morte potrebbe essere stata causata da impiccagione perché il giovane è stato trovato inginocchiato ai piedi di un albero con al collo un cordino di nylon dello stesso tipo utilizzato per legare i pacchi regalo. In base ai primi accertamenti dei carabinieri e del medico legale, l'uomo potrebbe essere morto da più di tre giorni. A ritrovarlo dopo lunghe ricerche sono stati alcuni amici e conoscenti, che avevano rinvenuto il motorino del giovane sul ciglio della strada. Tewelde aveva lasciato a casa sia il portafogli sia i telefoni e il personal computer, sul quale ora verranno eseguite le verifiche del caso. Secondo le prime ipotesi investigative, il ragazzo era stato visto l'ultima volta giovedì scorso alla sede della Caritas di Rieti. I volontari hanno riferito che il giovane appariva molto nervoso e non aveva voluto rivelare i motivi del suo stato. Incrociando le testimonianze con le ricerche sui documenti nel computer e le ultime telefonate effettuate, gli investigatori ritengono di poter intanto stabilire gli ultimi movimenti del giovane. La posta rivelerà i suoi ultimi contatti. Si punta a stabilire se avesse ricevuto minacce. Il giovane eritreo aveva trovato lavoro presso un'azienda reatina e, secondo quanto appreso, il contratto gli sarebbe dovuto essere rinnovato in questi giorni. http://www.iltempo.it/lazio_nord/2010/07/21/1181922-giallo_sulla_morte_rifugiato.shtml?refresh_ce

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