domenica 7 febbraio 2010

ONU: l’Europa accolga più rifugiati, come già deciso dal Parlamento europeo

L’ONU, attraverso la propria Agenzia per i Rifugiati (The UN Refugee Agency - UNHCR), richiamandosi a precedenti raccomandazioni, ha rivolto recentissimamente un accorato appello ai Paesi dell’Unione europea affinché svolgano una politica di maggiore tutela e accoglienza in favore delle masse di sfollati e richiedenti asilo che sempre più drammaticamente ‘bussano’ alle porte dell’opulento Occidente alla disperata ricerca di condizioni di vita più umane. Già nell’estate scorsa, con la Campagna ‘Real people, real needs’ (’Rifugiati, non solo numeri‘), l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha esortato ad un impegno collettivo ed efficace perché tutte le Nazioni europee attuino concretamente le intese ONU sottoscritte negli anni passati. In special modo, il riferimento è al ‘Patto sull’immigrazione e l’asilo‘ approvato dal Consiglio europeo nel 2008 nel quale è sancito espressamente che occorre procedere immediatamente alla costruzione di un’Europa dell’asilo’ considerando che i diritti fondamentali a una vita dignitosa, la tutela della vita familiare e l’accesso alle cure sanitarie devono essere garantiti in ogni circostanza. Il nostro Presidente Napolitano ha preso particolarmente a cuore questa istanza di civiltà e, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, ha affermato: “Abbiamo il dovere di puntare alla costruzione di un ordine internazionale improntato a giustizia e solidarietà, che coniughi pacifica convivenza fra i popoli e tutela dei diritti dei singoli”. E spesso da noi, purtroppo, per effetto delle recenti norme italiane in materia, tra i tanti rifugiati respinti verso la Libia da Lampedusa, vi sono persone innocenti che fuggono da guerre e miseria, perfino vittime di orribili abusi e di quel bieco racket internazionale che pratica la tratta delle donne e dei minori. In tal senso si sono espresse voci autorevoli e qualificate, come Dino De Rubeis, sindaco di Lampedusa, e Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), per non citare i numerosi appelli all’accoglienza dei profughi extracomunitari provenienti da Paesi in guerra, lanciati da Enti come la Caritas, la Croce Rossa, diverse ONG e associazioni umanitarie, Onlus internazionali, la Chiesa cattolica. Il Parlamento europeo, in passato, non è mai stato indifferente di fronte ad esortazioni del genere, e ha recepito le preoccupazioni espresse dall’Agenzia ONU per i Rifugiati. Infatti, esattamente un anno fa, il 5 febbraio 2009, a Strasburgo è stata emanata una risoluzione in materia di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, in attuazione di una direttiva europea del 2003. In questo provvedimento, il Parlamento europeo tracciava una regolamentazione molto dettagliata delle procedure di asilo in senso garantista: ai rifugiati, infatti, bisognava assicurare un’accoglienza dignitosa, l’accesso alla sanità, al lavoro, all’assistenza, all’informazione, all’assistenza legale, alla tutela per i minori non accompagnati, per le famiglie e le donne, con particolare riguardo per tutti i profughi vittime di abusi, torture e violenze d’altro genere. Certo, tali regole talvolta sono rimaste mere enunciazioni sulla carta e anzi, in taluni casi, la legislazione interna dei singoli Stati europei è andata in una direzione totalmente opposta, com’è accaduto in Italia, con la recente normativa che ha introdotto il reato di clandestinità e le procedure di respingimento in mare degli extracomunitari. Speriamo tutti che, come auspica autorevolmente l’ONU, le pressanti esigenze politiche e umanitarie di questo travagliato periodo storico, aggravate dalla crisi economica mondiale, siano affrontate in modo finalmente risolutivo dagli Stati europei, “che attuino il fondamentale dovere di civiltà di accogliere il numero sempre crescente di persone che tentano di sfuggire alla guerra e alle persecuzioni politiche”. Claudio Esposito

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