martedì 2 febbraio 2010

Medicina: da Padova ad Asmara, 75 bambini eritrei operati al cuore in 5 anni

Roma, 2 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Sopravvivere a una malattia congenita del cuore, ma soprattutto crescere come un bambino normale anche in uno dei Paesi piu' poveri dell'Africa. E' la scommessa vinta - almeno per 75 bimbi - dai chirurghi, medici e infermieri dell'associazione 'Un Cuore Un Mondo - Padova', che da sei anni volano dall'Italia ad Asmara per operare piccoli con malformazioni congenite presso il Centro Iocca dell'Ospedale Orotta. Si tratta di "bambini che altrimenti in molti casi morirebbero", spiega all'ADNKRONOS SALUTE Giovanni Stellin, direttore dell'Unita' operativa complessa di cardiochirurgia pediatrica dell'Azienda ospedaliera di Padova, che ormai da anni va in missione ad Asmara insieme a un team di circa 15 colleghi. "In tutto una trentina di operatori sanitari sono stati coinvolti in questi anni. Con l'ultima missione, nel novembre scorso, salgono a circa 75 i bimbi eritrei operati", dice il cardiochirurgo. Il team, composto da cardiologi, cardiochirurghi pediatrici, infermieri e tecnici della circolazione extracorporea e di emodinamica, "in meno di 10 giorni ha visitato oltre 200 bambini, sottoponendoli a diagnosi ecocardiografica e a cateterismo cardiaco per la diagnosi di cardiopatia congenita". Dodici piccoli pazienti - che si aggiungono ai 62 delle precedenti missioni (alcuni con malformazione del cuore molto complesse) - sono stati poi sottoposti a intervento correttivo. "Operazioni - spiega il chirurgo - che si sono svolte presso un vecchio ospedale militare italiano, risistemato grazie all'Ong tedesca Hammer Forum, alle quali hanno collaborato anche medici eritrei". "Il nostro obiettivo - dice il medico - e' infatti quello di far crescere il personale locale, per migliorare l'assistenza dei bambini cardiopatici". Tutti gli interventi sono stati condotti con successo, e "anche questi bimbi, dopo un periodo di convalescenza, potranno godere di una vita normale". Il bilancio e' positivo, ma c'e' ancora molta strada da percorrere. In Eritrea, infatti, la mortalita' postnatale o nei primi anni di vita e' ancora molto alta. "C'e' un estremo bisogno di risorse per investire non solo nelle apparecchiature necessarie, ma soprattutto nel personale locale che, con grande orgoglio e professionalita' - sottolinea il medico padovano - cresce anno dopo anno. La nostra speranza e' che presto questi colleghi possano diventare indipendenti, e che anche in Eritrea tutti i bambini che nascono con il cuore malato possano essere riportati a una vita normale". Proprio per questo motivo, "tra un paio di mesi due infermiere eritree verranno a Padova per un'ulteriore formazione specialistica, sostenute dall'Associazione", precisa Stellin, che ricorda come il programma sostenuto da 'Un Cuore Un Mondo - Padova' da un paio di anni gode anche dei finanziamenti della Regione. "Ad aprile-maggio prossimo ci sara' una missione di screening dei bambini che necessitano di controlli, mentre gli interventi si terranno come sempre nel mese novembre: la missione 2010 - conclude Stellin - e' in programma dal 6 al 14".

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