domenica 25 novembre 2007

La residenza nel Veneto negata a chi ha un reddito basso.

Siamo indignati di fronte all'iniziativa di un Sindaco veneto, che per concedere la residenza ai migranti mette un reddito minimo fissato da lui, come condizione. Chi non raggiunge quel reddito non può chiedere la residenza. Oggi nella "Veneto ricca" essere poveri è una colpa, peccato che i sindaci veneti hanno la memoria corta, si sono già dimenticati della povertà che li ha spinti in migliaia a lasciare la loro terra per cercare la fortuna altrove, nelle Americhe, in Australia, nel nord Europa. Erano poveri straccioni quando i veneti emigrarono. Troviamo assurdo che chi ha vissuto sulla propria pelle la povertà, oggi colpisca con provvedimenti discutibili chi ha un reddito basso, negandogli il diritto alla residenza nel territorio. Fa bene la magistratura ad intervenire, perché la povertà non può essere usata come fattore di esclusione da chi amministra un territorio. Questo è un atto di discriminazione da parte di un’istituzione come quella di un Sindaco. In nome della sicurezza non si possono ledere i diritti civili dei cittadini, giù la maschera di chi vuole discriminare gli immigrati nascondendosi dietro alle parole sicurezza e legalità. Anche i migranti vogliamo vivere nella legalità e nella sicurezza, ma sono consapevoli che ciò non si garantisce escludendo chi è nel bisogno, ma includendolo rendendolo partecipe della vita sociale, economica e culturale del territorio. Quindi diciamo NO a chi vuole fomentare discriminazioni e aumentare il divario tra ricchi e poveri. L'A.H.C.S Mussie Zerai

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